La Famiglia

Nasce nel 1882 in una famiglia milanese dell’alta borghesia liberale e risorgimentale.

In via della Stella n.13 abitano Napoleone Barelli il padre, Savina Canviani la madre e i loro sei figli.

Armida – Ida,  come la chiamano in famiglia –  ha due fratelli, Gino e Fausto  e tre sorelle, Gemma, Mary e Vittoria.

Nella famiglia non riceve un’educazione alla fede, ma respira valori profondi, dall’amore per la patria all’onestà di una vita laboriosa.

All’età di 12 anni arriva nel collegio di Menzingen. Là incontra Dio.

Una nuova via: la laicità consacrata

Il sogno giovanile di diventare missionaria o madre di tanti figli, l’anelito costante di una vita di preghiera e contemplazione: nessuno di queste è la strada che Dio ha tracciato per lei.

Armida Barelli ha trentuno anni quando, finalmente, ha chiara la sua vocazione: la laicità consacrata. Nel 1913 si consacra al Sacro Cuore.

Armida scopre che per seguire Cristo non è necessario fuggire dal mondo, ma che alla missione è chiamato ogni cristiano. Anticipando intuizioni e scelte che saranno poi centrali nel Concilio Vaticano II.

La Gioventù Femminile di Azione Cattolica

Fonda la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, prima a Milano, su invito del suo arcivescovo, un’associazione di giovani donne, inserita nell’Unione femminile Cattolica.

Viste le sue doti di organizzatrice e animatrice e il successo che ha tra le giovani milanesi. Nel 1918, viene chiamata dal Papa Benedetto XV per fondare la Gioventù Femminile in tutta Italia.

Cominciarono i viaggi della Barelli per la fondazione, una città dopo l’altra, un paese dopo l’altro, instancabilmente, da Nord a Sud, in tutta Italia. La GF raggiungerà più di un milione di socie.

L’Istituto secolare delle missionarie della Regalità di Cristo

Nel 1919, con padre Gemelli e altre donne, dà vita a quello che è l’Istituto secolare delle missionarie della Regalità di Cristo: una nuova forma della vita consacrata, che non poco faticherà a farsi strada nel Codice di diritto canonico.

Infatti, una vita consacrata così nuova che sarà riconosciuta ufficialmente dalla chiesa solo nel 1947 con la Provida Mater Ecclesia.

L’Università Cattolica del Sacro Cuore

Con padre Gemelli, Olgiati e Necchi, dà vita, nel 1921, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, diventandone la “cassiera” e, insieme, l’anima coraggiosa, che oserà sempre di più

Fino a quel suo dono della voce e della vita perché si realizzi la sospirata Facoltà di medicina (l’attuale Policlinico universitario Gemelli e Roma).

La nascita di una Università Cattolica in Italia a quel tempo ha quasi del miracoloso.

Ma la Barelli non si arrende mai quando pensa che Dio le chieda qualcosa. Perciò insisterà con padre Gemelli. Sarà lei a trovare i soldi per la caparra del primo edificio.

Sarà lei a insistere perché l’università sia dedicata al Sacro Cuore, riconoscendo che senza di Lui non si sarebbe fatto niente.

La Missione: in Cina con il cuore

Nei sogni della giovane Armida il cuore inizia a dilatarsi, generoso, fino alle lontane terre orientali (la Cina), dove a fatica, penetra il messaggio evangelico.

Il sogno anni dopo si realizzerà, non secondo il piano della Barelli, ma attraverso gli insondabili disegni di Dio.

Nel 1920 nasce il legame con le missioni in Cina e l’aiuto per la fondazione dell’Istituto di suore cinesi Benedetto XV.

La liturgia e la formazione integrale

Il popolo di Dio non era formato alla preghiera liturgica.

La celebrazione eucaristica era ancora in latino e la Parola di Dio non veniva abitualmente letta dai fedeli. Armida intuisce che per una formazione cristiana integrale e solida è necessario abbeverarsi alla fonte.

Per questo, con p. Gemelli, fonda l’Opera della Regalità con lo scopo di promuovere una solida formazione liturgica, diffondendo in italiano i testi della Messa, preparando i laici, offrendo loro occasioni di riflessione e giornate di esercizi spirituali.

In questa direzione verranno pubblicati anche molti libri con la casa editrice fondata da lei stessa: O.R. (Opera della Regalità)

Il contributo di Armida Barelli e della Gioventù femminile alla vita della Chiesa e del paese

Quando Armida nasce le donne non hanno diritto di voto.

Quando dopo la seconda guerra mondiale finalmente lo otterranno, molte donne italiane non sono preparate.

Non così le aderenti alla Gioventù femminile, formate da Armida all’impegno sociale. Armida stessa, sebbene anziana, percorrerà di nuovo tutta l’Italia per formare all’impegno sociale e politico.

Alcune giovani della GF e saranno elette come sindaci e come deputate!

Donne cristiane e cittadine.

La spiritualità francescana

Armida scopre nella spiritualità francescana il suo modo di essere e di vivere.

Francesco vive il vangelo rimanendo nel mondo, occupandosi di annunciare a tutti la buona notizia e Armida questo vuole vivere, perché il Regno di Dio venga; Francesco è l’uomo della fraternità universale e lei vive una autentica fraternità e crea legami solidi con le giovani.

Francesco valorizza la diversità come ricchezza e Armida dona fiducia a tutti, affidando alla creatività di ciascuno pezzi di vita: Francesco vive povero, distaccato da tutto, ma amando la bellezza della natura e di fratelli, così Armida trova la sua maniera di vivere la povertà nel mondo.

Francesco chiama la morte “sorella” e  Armida impara da lui a vivere il dolore.