La beatificazione di Armida Barelli

Oggi Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi alla promulgazione del decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli. Questo atto conclude l’iter che precede il rito di beatificazione la cui data sarà fissata successivamente.

L’annuncio è stato accolto con grande gioia e gratitudine per il Pontefice dal Comitato di beatificazione e canonizzazione di Armida Barelli insieme a tante persone che in Italia e nel mondo la ricordano e mantengono viva la sua eredità. Il Comitato riunisce tre delle realtà che la prossima beata ha contribuito a fondare con la sua incessante attività di apostolato a favore della Chiesa e della società italiana: l’Azione Cattolica Italiana (ACI), l’Istituto secolare delle Missionarie  della Regalità  di  Cristo  (ISM) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC).

Il miracolo attribuito all’intercessione di Armida Barelli è avvenuto a Prato. Il 5 maggio 1989, la signora Alice Maggini, di 65 anni, è stata investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta riportando una forte commozione cerebrale. I medici avevano previsto gravi conseguenze di tipo neurologico.

E’   stato   allora   che   la   famiglia   della   signora   ha   invocato l’intercessione della Serva di Dio: in modo scientificamente inspiegabile, Alice Maggini si è ripresa completamente e, senza aver riportato  conseguenze,  ha  continuato   la  sua  vita  in  totale autonomia fino alla morte avvenuta nel 2012.

Il Comitato auspica che il cammino di santità vissuto e testimoniato da Armida Barelli, a partire da una incrollabile fede nel Sacro Cuore, possa essere di esempio e di incoraggiamento per tutti coloro che nella vita associativa, nell’impegno di consacrazione nel mondo e nell’attività culturale e accademica cercano ogni giorno di contribuire alla manifestazione del regno di Dio.

Con la sua intensa vita spirituale e l’instancabile attività organizzativa ha precorso i tempi contribuendo ad aprire strade nuove per il ruolo della donna nella vita della Chiesa e della società. Docile all’azione dello Spirito Santo ha saputo affrontare con straordinario coraggio sfide nuove e sostenere opere profetiche che ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali.

La grande prova

Verso la fine di maggio io andai a Varsavia per il Congresso Internazionale della Gioventù Femminile.
L’indomani del mio arrivo ebbi un telegramma dell’Università Cattolica. «Torni subito».
Pensai: Deve essere accaduta una disgrazia alla mia famiglia o alla Gioventù Femminile o all’Università Cattolica. Corsi all’agenzia dei viaggi per avere un posto in aeroplano, ma l’aeroplano era già partito. Partii allora col treno della sera e arrivai al mattino a Vienna. Sostai qualche ora per fare la S. Comunione al duomo di S. Stefano, e sentii gli strilloni dei giornali tedeschi gridare: «Sciolte le organizzazioni giovanili di Azione Cattolica in Italia!».
Mi parve che il cuore mi si arrestasse di botto. Entrai in duomo e corsi dinnanzi all’Altare del SS. Sacramento: «Gesù, la Gioventù Femminile è tua, se la fai partecipare alla tua morte, la farai partecipare anche alla tua resurrezione: mi fido di Te! ».
Ripresi il primo treno del mattino e proseguii per l’Italia; a Brescia mi venne incontro la mia Segretaria particolare che a bassa voce m’informò dell’accaduto. Arrivando a Milano già sapevo che il Segretariato era chiuso con tanto di sigillo della Questura, che le sorelle del Centro Nazionale e le impiegate erano nella Cappella dell’Università a pregare, che per la destrezza e l’abilità del Rettore Padre Gemelli i locali del Consiglio Superiore erano liberi; vi erano andati temporaneamente alcuni impiegati dell’Università Cattolica.
Speravamo far uscire “Squilli” che era già pronto per la stampa, aggiungendo poche righe per dare direttive alle Associazioni e tranquillizzare le socie, ma c’era il divieto di ogni e qualsiasi attività riguardante la G. F. C. I.
Stampavamo il nostro giornale presso la tipografia del Popolo d’Italia di cui era a capo Arnaldo Mussolini, il fratello del Capo del Governo: vi eravamo stati costretti per necessità tecniche col consenso dell’Autorità Ecclesiastica.
Con lo scioglimento della Gioventù Femminile, era logico che non si potesse più stampare il giornale che dava grande lavoro alla tipografia.
Arnaldo Mussolini andò a Roma da suo fratello: «Perché mai avete soppresso la Gioventù Femminile? Un’associazione che non ha mai fatto politica e della quale stampiamo noi i giornali! ». Aggiunse che se “Squilli” non poteva risorgere avrebbe dovuto licenziare un forte numero di operai. Chiese perciò si facesse un’eccezione per “Squilli di Risurrezione”. E l’ottenne.
Il Prefetto di Milano mi comunicò la notizia e aggiunse: «Lei può far uscire il giornale “Squilli” a patto di togliere il sottotitolo “Organo della Gioventù Femminile Cattolica Italiana” ».
Risposi: «Lei ha avuto ordini dal suo padrone, io vado a chiedere al mio».
E la sera stessa partii per Roma, chiesi l’udienza del S. Padre e l’ebbi all’indomani.
Dissi al S. Padre Pio XI tutto il dolore mio e della Gioventù Femminile per l’atto brutale compiuto ai nostri danni dal fascismo. Mi premeva molto far uscire subito un numero di Squilli per dare direttive e tenere unite spiritualmente le 10.000 Associazioni, ma Gli dissi a quali condizioni mi si permetteva di fare uscire il giornale.
«No, o esce come Organo della Gioventù Femminile Cattolica Italiana o non esce».
«E allora? ».
«Cederanno. Devono cedere. Cederanno! »
Oh! Con quale forza disse quelle parole!
Mi dette anche le bellissime immagini dei SS. Martiri Nereo e Achilleo, da dare ad ognuno delle mie sorelle del Consiglio Superiore e aggiunse:
«Comprendo il significato di queste immagini? ».
«Sì, Santo Padre, con la grazia di Dio anche il martirio!».